Le fiabe e le filastrocche di Saltabanco

La raccolta di fiabe e filastrocche di Saltabanco.
Ogni giorno (o quasi) una fiaba o una filastrocca. Potete vedere anche nell'area documentale, qui.
Buon divertimento!

Tutte le filastrocche qui raccolte sono state inventate da Saltabanco o raccolte tra quelle più belle di diversi autori, nel corso degli anni. Saltabanco è a disposizione di chiunque volesse qualche informazione o chiarimento in più.

194. Lo spazzacamino

Quando è bianco lo spazzacamino?

Un poco alla festa, un poco al mattino.

 

Tutto il giorno se ne va

per paesi e per città,

 

in casa dei ricchi e dei poveretti,

su per le cappe su per i tetti

 

con le mani e con i ginocchi:

di bianco gli resta il bianco degli occhi.

193. Girotondo di tutto il mondo

Filastrocca per tutti i bambini,

per gli italiani e per gli abissini,

per i russi e per gli inglesi,

gli americani ed i francesi,

per quelli neri come il carbone,

per quelli rossi come il mattone,

per quelli gialli che stanno in Cina

dove è sera se qui è mattina,

per quelli che stanno in mezzo ai ghiacci

e dormono dentro un sacco di stracci,

per quelli che stanno nella foresta

dove le scimmie fan sempre festa,

per quelli che stanno di qua o di là,

in campagna od in città,

per i bambini di tutto il mondo

che fanno un grande girotondo,

con le mani nelle mani,

sui paralleli e sui meridiani.

192. Che cosa ci vuole

Per fare un tavolo

ci vuole il legno,

per fare il legno

ci vuole l’albero,

per fare l’albero

ci vuole il seme,

per fare il seme

ci vuole il frutto,

per fare il frutto

ci vuole il fiore:

per fare un tavolo

ci vuole un fiore.

191. Tabellina

Tre per uno Trento e Belluno

tre per due bistecca di bue

tre per tre latte e caffè

tre per quattro cioccolato

tre per cinque malelingue

tre per sei patrizi e plebei

tre per sette torta a fette

tre per otto piselli e risotto

tre per nove scarpe nuove

tre per dieci pasta e ceci.

190. Gli uomini a motore

Giovannino Perdigiorno

era un grande viaggiatore:

capitò nel paese

degli uomini a motore.

 

Al osto del cuore

avevano un motorino

che si spegne la sera

e si accende al mattino.

 

Al posto dei piedi

avevano le rotelle,

le cinghie di trasmissione

erano le bretelle.

 

Al posto del naso

avevano una trombetta

per chiedere la strada

e correre più in fretta.

 

Correvano tutto il giorno

senza mai fermarsi:

non avevano neanche

il tempo di salutarsi.

 

E non scambiando mai

né parole né saluti

pian piano i poveretti

diventarono muti.

 

Facevano appena appena

“brum brum” e “perepè”.

E Giovannino disse:

“Questo posto non fa per me”.

189. C'era una volta

C’era una volta un gatto

che andava in Canadà,

e questa è la metà.

 

Portava un cartoccetto

di pane col prosciutto,

e questo è tutto.

188. Il tram numero sei

C’era una volta un tram,

era il tram numero sei,

andava da piazza Roma

a via dei Tolomei.

 

Quante corse, in tanti anni!

ma poco ci ha guadagnato:

era il Sei, e rimasto il Sei,

manco sette è diventato…

187. Il verbo solitario

Il povero Dario

è malato:

ha il “verbo solitario”…

 

qualcuno, invero, afferma

che non si tratta già

di un verbo, ma di un verme…

 

Ah, che ne sa la gente!

 

Domandatelo a lui come si sente,

qual è la causa del suo soffrire:

vi dirà, precisamente,

che sono i verbi in are, in ere e in ire.

 

Lo tormentano in tutti i modi:

indicativo, congiuntivo, eccetera.

Lo perseguitato

nel tempo passato

(sia prossimo che remoto)

e poco ma sicuro

gran noia gli daranno

anche nel futuro.

 

Che spasimi atroci

quando deve coniugare

nelle sue strane voci

un verbo irregolare.

 

Per fortuna non manca

un gerundio medicinale:

il malato, giocando,

dimentica tutto ogni male.

186. Carnevale

C’era una volta

un cappello senza testa.

Passeggiava sul corso

in un giorno di festa.

 

Oltre che senza testa

era anche senza pancia.

Senza piedi e senza mani

passeggiava in corso Francia.

 

La gente lo chiacchierava:

- E’ scappato dalla vetrina!

- Certo, è un cappello ladro!

- Portatelo in guardina!

 

Calma, -disse il cappello,

oggi ogni scherzo vale.

Molta gente va in giro senza testa

anche quando non è carnevale.

185. Il menù di Arlecchino

Arlecchino a Carnevale

se la passa mica male.

Un pranzetto ha preparato col menù qui riportato:

“Antipasto di saltelli,

brodo ristretto di punte d’ ombrelli,

cerini spenti in salsa di denti

con contorno di complimenti,

torta gelata di tramontana,

vini spumanti di Piovana,

passeggiata digestiva,

quindi a nanna, se il sonno arriverà”.

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