Le fiabe e le filastrocche di Saltabanco

La raccolta di fiabe e filastrocche di Saltabanco.
Ogni giorno (o quasi) una fiaba o una filastrocca. Potete vedere anche nell'area documentale, qui.
Buon divertimento!

Tutte le filastrocche qui raccolte sono state inventate da Saltabanco o raccolte tra quelle più belle di diversi autori, nel corso degli anni. Saltabanco è a disposizione di chiunque volesse qualche informazione o chiarimento in più.

184. Chi ha inventato la mozzarella?

Chi ha inventato la mozzarella?

Certamente Pulcinella.

Il risotto con lo zafferano?

Meneghino di Milano.

Di Stenterello ricetta fina

è la bistecca alla fiorentina.

Colombina, fra due sorrisi,

ha inventato i “risi e bisi”.

E Arlecchino, cos’ha inventato?

L’appetito con l’arretrato.

183. Mi è piaciuta la storia del pulcino. Perché non ne fai una eguale?

C’era una volta un somaro

che non sapeva di essere un somaro.

- Forse – pensava un giorno -

sono un grande cantante

e andrò alla Scala:

non è poi così distante…

Non sono una pecora

perché non belo,

non sono un passero

perché non volo in cielo,

non sono un avvocato

perché non vado in tribunale.

Ma che sarò: un ministro? Un generale?

Tu, specchio, che ne dici?

Un ciuco? Ah , questo no:

bel modo di offendere gli amici! –

E tosto castigò

l’insolente specchietto

mandandolo con un calcio in cento pezzi

più un pezzetto.

182. Il cuoco di Firenze

Un cuoco di Firenze,

famoso fino in Cina,

bolliva un’ocarina

in brodo di sentenze.

Ed ecco qui una lista

Di sue specialità:

accenti in salsa mista,

virgole col mistrà,

involtini di sabbia

in salsa di aspirine,

fritto di cartoline

con contorno di rabbia,

arrosto di alabarde,

ciabatte col ragù,

pasticcio di coccarde

con torta di caucciù.

Dai sassi, dal carbone,

dai cocci di bottiglia

cavò una meraviglia

per pranzo e colazione.

Ricette tanto rare

Morendo non tradì:

qui, se si vuol mangiare,

si deve lavorare notte e dì.

181. Perché non mi racconti una storia?

C’era una volta una storia

e adesso non c’è più.

Chi la sapeva è morto,

l’aveva cantata a un sordo

e a un bambino senza memoria;

e chi ne ha inteso parlare

aveva altro da pensare.

 

Un gentiluomo di Toledo

voleva mangiare un pollo allo spiedo,

e se trovava lo spiedo e il pollo

certo a quest’ora era satollo.

 

Un professore di Salamanca

inseguiva un’oca bianca.

Se la prendeva, che ve ne pare,

le insegnava a cantare e ballare?

180. Mi aiuti?

Chi si somiglia

non sempre si piglia:

non sta sul gelso il gelsomino,

non va sul cielo il ciclamino,

nella brocca non c’è il broccato,

nella buca non c’è il bucato,

chi porta basto non porta bastone,

tutti hanno un viso, non tutti un visone,

tutti hanno un capo, il fatto è normale,

ma non tutti hanno un capitale.

179. Le smanie di un pulcino

C’era una volta un pulcino

che non sapeva di essere un pulcino,

- Forse – pensava una sera –

sono un elefante:

difatti non ho la criniera.

Un asino non sono

perché non raglio.

Non sarei tanto tranquillo

se fossi un coccodrillo.

Se fossi un cane

starei al guinzaglio.

Non vado per mare,

dunque

non sono un ammiraglio.

Ma che sarò, che sarò mai?

Dimmelo tu piccola pozza,

se lo sai. –

E si specchiò.

- Cosa, un pulcino? Ah no,

questo mai.

Un pulcino non è una cosa seria. –

E entrando nella pozza, l’intorbidò

Per castigarla

Della sua cattiveria.

178. I pesci del Po’

Un signore mi domandò:

“Quanti pesci ci sono nel Po’?”

Io risposi in un momento:

“Quante stelle nel firmamento,

meno un pesce piccolino

che è scappato nel Ticino”.

177. I tre ragionieri

Tre ragionieri di Villombrosa

Ragionavano su una rosa.

Il primo disse: “Non è un ortaggio”.

Disse il secondo: “Non è un formaggio”.

“No” disse il terzo, “non è un limone”.

E tutti e tre avevano ragione.

176. Quanta strada?

Quanta strada c’è per Livorno?

Un chilometro, un metro e un giorno.

Quanta strada c’è per Barletta?

Un giorno, un’ora e un po’ di fretta.

Quanta strada c’è per Varese?

Trentun giorni meno un mese.

E quanta strada per fare la nanna?

Le braccia della mamma

E un bacio del papà.

175. Perché non parli più di proverbi? Ne vorrei qualcuno nuovo, magari da ridere.

Non accendere fulmini

se non vuoi le tempeste.

Non ha due cervelli

chi non ha due teste.

Non vada nel pineto

chi ha paura del pino.

Non vada lontano

chi vuol morir vicino.

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