Le fiabe e le filastrocche di Saltabanco

La raccolta di fiabe e filastrocche di Saltabanco.
Ogni giorno (o quasi) una fiaba o una filastrocca. Potete vedere anche nell'area documentale, qui.
Buon divertimento!

Tutte le filastrocche qui raccolte sono state inventate da Saltabanco o raccolte tra quelle più belle di diversi autori, nel corso degli anni. Saltabanco è a disposizione di chiunque volesse qualche informazione o chiarimento in più.

174. Il naso di pinocchio

Il naso di Pinocchio

era un del naso-spia:

cresceva a vista d’occhio

se udiva una bugia.

 

Che caso sorprendente:

un naso che ci sente!

173. Chi mi fa ridere?

Datemi una zanzara in bicicletta,

un dromedario con in testa una bombetta,

un canguro che suona la cornetta,

un coniglio che mangia la sua erbetta

con coltello e forchetta,

un ragno con gli occhiali a stanghetta,

una lumaca che fuma la sigaretta.

Oppure non datemi niente

e invece ditemi qualcosa:

“Ho litigato con una rosa.

Ho mangiato una sedia e l’ho trovata

troppo salata.

Al mio cappotto

piace il risotto.

Al mio tavolino

È spuntato un dente canino”.

Oppure non ditemi niente:

mostratemi invece

uno sciocco che si crede intelligente.

172. Perché non bisogna fare i capricci?

Con una nuvola il cielo è più bello,

con un capriccio il bimbo è più caro:

con due nuvole è facile

che il temporale scoppi,

basta un capriccio, due sono troppi.

171. Il signor Di-Tutto-Un-Po’

Il signor “Di-Tutto-Un-Po’”

metà uomo e metà no

metà padre e metà figlio,

metà leone, metà coniglio,

metà giovane e metà vecchio,

metà acqua e metà secchio,

metà addormentato e metà desto,

metà quello e metà questo,

se lo incontri per la via

non sai mai che cosa sia.

170. Ombrelloni

Vorrei stare a Rapallo

sotto un ombrellone giallo.

Vorrei stare a Riccione

sotto un ombrellone arancione.

Vorrei stare a Nettuno

sotto un ombrellone bruno

o sotto un ombrellone rosso.

Invece sto dove posso,

sul balcone di casa mia

sotto l’ombrellone di fantasia.

169. La legge del cortile

“Otto, pancotto, risina e risotto…”

Si fa la conta a chi sta sotto.

Rime bislacche in filastrocca

diranno a  chi tocca, a chi non tocca.

Altro davvero non possono dire,

il loro senso non è da capire:

è colo una vecchia musichetta

che una bambina snocciola in fretta…

Ma quando il dito si fermerà,

disubbidire chi oserà?

La cantilena puerile

è la legge del cortile,

il patto giurato che mai non fu rotto:

“Otto, biscotto, risina e risotto…”

168. I quattro “don”

Don Rino, don Pino, don Tino e don Dino

andavano a spasso pian pianino

e la gente che li incontrava

“don don don don” li salutava.

Un forestiero che “don” non disse

fu sgridato e assai si afflisse.

Per evitare confusion,

per dare il “don” a chi vuole il “don”,

ecco un progetto facile e bello;

si mettano al collo un campanello,

e andando a spasso da soli faran

ad ogni passo “din don dan”.

167. Perché tutti desideriamo qualcosa?

Se fossero cavalli i desideri

saremmo tutti quanti cavalieri.

Se i desideri fossero tranvai,

pedoni a terra non vedresti mai.

166.Ci piacciono i tuoi “proverbi nuovi” perché non ce ne scrivi degli altri?

Chi ha testa di vetro

non faccia a sassate,

chi ha testa di ferro

non faccia a zuccate,

chi ha testa di legno

ai chiodi stia attento,

tenga la bocca chiusa

chi nella testa ha il vento.

165. Una lucciola al granicolo

Lucciola lucciola vieni da me,

ti darò il pan del re,

con un ditale ti farò

una casina piccina picciò,

farò il tuo giardino in un vasetto

con un cespo di mughetto,

ed in cambio mi darai

la bella luce che tu fai,

luce verdina, senza pretese…

che non si paga alla fine del mese.

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