Le fiabe e le filastrocche di Saltabanco

La raccolta di fiabe e filastrocche di Saltabanco.
Ogni giorno (o quasi) una fiaba o una filastrocca. Potete vedere anche nell'area documentale, qui.
Buon divertimento!

Tutte le filastrocche qui raccolte sono state inventate da Saltabanco o raccolte tra quelle più belle di diversi autori, nel corso degli anni. Saltabanco è a disposizione di chiunque volesse qualche informazione o chiarimento in più.

14. Il pompiere

Il pompiere per chi non lo sa,

è un domatore di qualità.

Il fuoco è feroce come un tigrotto:

io lo addomestico in quattro e quattr’otto.

Con la pompa gli faccio passare

tutta la voglia di bruciare:

te lo spengo come un lumino,

come la fiamma di un cerino.

 

Mi preoccupa però

un terribile falò,

per il quale serve a poco

l’accetta del vigile del fuoco:

la guerra può incendiare il mondo

da un polo all’altro in un secondo.

Ma sapete che faremo?

Tutti insieme lo spegneremo.

Sarebbe bello da vedere:

tutti gli uomini, un solo pompiere!

13. Avviso

Bambino di città cerca amici

perché non ne ha.

Si prega di guardare

sul quinto balcone:

tiene in mano un aquilone

che volare non sa.

12. Il ciechino

A Roma, in piazza dell’ Argentina,

suona un ciechino la fisarmonica.

Si ferma la gente ogni mattina

A quella musica un po’ malinconica.

 

Prima di correre a lavorare,

prigionieri in una stanza,

gli impiegati si fermano a fare

provvista di musica e di speranza.

 

Quando finisce la canzonetta

si ricordano di avere fretta.

10. Il funerale della volpe

Una volta le galline trovarono la volpe in mezzo al sentiero. Aveva gli occhi chiusi, la coda non si muoveva. – è morta, è morta, - gridarono le galline. –Facciamole il funerale-. Difatti suonarono le campane a morto, si vestirono di nero e il gallo andò a scavare la fossa in fondo al prato. Fu un bellissimo funerale e i pulcini portavano i fiori. Quando arrivarono vicino alla buca la volpe saltò fuori dalla cassa e mangiò tutte le galline. La notizia volò di pollaio in pollaio. Ne parlò perfino la radio, ma la volpe non se ne preoccupò. Lasciò passare un po’ di tempo, cambiò paese, si sdraiò in mezzo al sentiero e chiuse gli occhi. Vennero le galline di quel paese e subito gridarono anche loro: -è morta, è morta! Facciamole il funerale-. Suonarono le campane, si vestirono di nero e il gallo andò a scavare la fossa in mezzo al granoturco. Fu un bellissimo funerale e i pulcini cantavano che si sentivano in Francia. Quando furono vicini alla buca, la volpe saltò fuori dalla cassa e si mangiò tutto il corteo. La notizia volò di pollaio in pollaio e fece versare molte lagrime. Ne parlò anche la televisione, ma la volpe non si prese paura per nulla. Essa sapeva che le galline hanno poca memoria e campò tutta la vita facendo la morta. E chi farà come quelle galline vuol dire che non ha capito la storia.

9. Rivoluzione

Ho visto una formica

in giorno freddo e triste

donare alla cicala

metà delle sue provviste.

 

Tutto cambia: le nuvole,

le favole, le persone…

la formica si fa generosa….

È una rivoluzione!

8. I bravi signori

Un signore di Scandicci

buttava le castagne

e mangiava i ricci.

 

Un suo amico di Lastra a Signa

buttava i pinoli

e mangiava la pigna.

 

Un suo cugino di Prato

mangiava la carta stagnola

e buttava il cioccolato.

 

Tanta gente non lo sa

e dunque non se ne cruccia:

la vita la butta via

e mangia soltanto la buccia.

7. Il treno merci

Dal primo all’ultimo vagone

è tutto nero di carbone,

ma affacciato a uno sportellino

c’è il muso bianco di un vitellino.

6. Gli odori dei mestiere

Io so gli odori dei mestieri:

di noce moscata sanno i droghieri,

sa d’olio la tuta dell’operaio,

di farina sa il fornaio,

sanno di terra i contadini,

sul camice bianco del dottore

di medicine c’è un buon odore.

I fannulloni, strano però,

non sanno di nulla e puzzano un po’.

4. Stracci! Stracci!

O cenciaiolo, che hai nel sacco?

“Una scarpa senza tacco,

un vecchio abito da sera

con più buchi del groviera,

un tamburo senza pancia,

un piattino senza mancia,

una giacca senza bottoni,

una bretella senza calzoni,

e in fondo in fondo, col naso per terra,

un ministro della guerra”

5. I colori dei mestieri

Io so i colori dei mestieri:

sono bianchi i panettieri,

s’alzano prima degli uccelli

e han la farina nei capelli;

sono neri gli spazzacamini,

di sette colori son gli imbianchini;

gli operai dell’officina

hanno una bella tuta azzurrina,

hanno le mani sporche di grasso:

i fannulloni vanno a spasso,

non si sporcano nemmeno un dito,

ma il loro mestiere non è pulito.

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