Le fiabe e le filastrocche di Saltabanco

La raccolta di fiabe e filastrocche di Saltabanco.
Ogni giorno (o quasi) una fiaba o una filastrocca. Potete vedere anche nell'area documentale, qui.
Buon divertimento!

Tutte le filastrocche qui raccolte sono state inventate da Saltabanco o raccolte tra quelle più belle di diversi autori, nel corso degli anni. Saltabanco è a disposizione di chiunque volesse qualche informazione o chiarimento in più.

305. Il caso di una parentesi

C’era una volta

una parentesi aperta

e uno scolaro

si scordò di chiuderla.

Per colpa di quel somaro

la poveretta buscò un raffreddore,

e faceva uno sternuto

al minuto.

Passato il malore

fece scrivere da un pittore

il seguente cartello:

“chi mi apre, mi chiuda, per favore”.

304. La famiglia punto e virgola

C’era una volta un punto

e c’era anche una virgola:

erano tanto amici,

si sposarono e furono felici.

Di notte e di giorno

andavano intorno

sempre a braccetto.

“Che coppia modello-

la gente diceva-

che vera meraviglia

la famiglia Punto e Virgola”.

Al loro passaggio

in segno di omaggio

perfino le maiuscole

diventavano minuscole:

e se qualcuna, poi,

a inchinarsi non è lesta

la matita del maestro

le taglia la testa.

303. Como nel comò

Una volta un accento

per distrazione cascò

sulla città di Como

mutandola in comò.

Figuratevi i cittadini

comaschi, poveretti:

detto e fatto si trovarono

rinchiusi nei cassetti.

Per fortuna uno scolaro

rilesse il componimento

e liberò i prigionieri

cancellando l’accento.

Ora ai giardini pubblici

han dedicato un busto

“A colui che sa mettere

gli accenti al posto giusto”.

302. Un puntino di fuoco

C’era una volta un “I” senza puntino:

gliel’aveva soffiato via

un vento sventato

scambiandolo per il cappellino.

Rimasto così

senza testa,

che male ci resta

quel povero “I”,

davanti ai suoi fratelli e ai suoi cugini

tutti ricconi e pieni di puntini.

Ma una matita rossa

che passava di là

gli regalò un puntino di fuoco,

rosso come la mela,

così bello e fiammante

che tutta la parentela

per gelosia

ci fece una malattia.

301. Il dittatore

Un punto piccoletto,

superbioso e iracondo

“dopo di me-gridava-

verrà la fine del mondo!”

Le parole protestarono:

“Ma che grilli ha pel capo?

Si crede un punto-e-basta,

e non è che un punto-e-a-capo”.

Tutto solo a mezza pagina

lo piantarono in asso,

e il mondo continuò

una riga più in basso.

300. Il mio coniglietto

Il mio coniglietto

è proprio un furbetto.

Salta di qua, salta di là

e alla fine non si sa mai dove va.

Quando dorme si rannicchia come una gallina,

sente un rumore e si sveglia come prima.

Lui mette le zampe sotto la pancia,

risente il rumore e va nell’altra stanza.

I suoi occhi brillano come diamanti!

Basta guardarli e fan sorridere tutti quanti.

La sera il mio coniglietto è proprio un furbetto

perché si rannicchia sul mio piccolo letto.

299. La natura

Dal mare sono spuntate

delle montagne acuminate.

Su in alto, sulle montagne,

son buone le castagne:

ci sono tanti cinghiali

e volano le aquile reali.

C’è un veloce capriolo

di nome Cetriolo.

Gli alberi sono alti alti

e non fanno mai dei salti.

Ci sono pigne sopra i pini

e pini che son proprio mini.

C’è una pianta di nome Flora

che fa festa a ogni ora

e c’è anche un ragno scienziato

che si mangia un bel gelato.

Ha tanta fame il cane

e vuole un pezzo di pane.

C’è un leone birbaccione

che corre da campione,

mangia un bisonte

e fa tante impronte.

Anche lui mangia un gelato,

poi si lecca il palato.

Arriva Mamma Criniera

e si mangia una pera.

Gli animali sono molti:

certi mangiano i raccolti.

I fiori sono profumati:

per questo vengono annusati.

In campagna c’è aria pura

e nell’orto c’è verdura.

C’è molto sole in estate:

si fan grandi faticate.

Ci sono dei ruscelli

in cui bevono gli uccelli.

I pini son verdi, i fiori son gialli,

ma dove sono finiti i galli?

298. Filastrocca della II C

In seconda C ci sono bambini

davvero carini, ma anche birichini.

Mariagrazia e Giuseppe sono cugini,

poi c’è Chiara, la lumachina,

che si becca sempre la ramanzina.

Esmeralda la sua vicina

ha una debole vocina.

C’è Hajar e con lei Enrico

che con tutti vuole essere amico

e vorrebbe aiutare Federico.

C’è Deborah e c’è Venerando

che stanno tanto chiacchierando

e Ludovica gentile e carina

che aiuta Martina.

Tutto beato c’è Felice

che disegna una cornice,

e c’è Kiama

che tutti ama.

C’è Sebastiano che, piano piano,

arriverà lontano.

Raggiungeranno un bel traguardo

Renzo ed Eduardo.

C’è Santi che di compiti non ne vuole tanti,

c’è Giovanni che lavora senza fare danni

e con lui c’è l’affettuoso Samuele

dolce come il miele.

Poi c’è la maestra Rosa,

frizzante come una gazzosa,

e la maestra Rita

che presto ci porterà in gita.

C’è anche il maestro Carmelo

che ci parla del cielo

e la maestra Eleonora

che sta con noi per qualche ora,

ma se non studiamo c’è la maestra Rosetta

che con noi farà una grande polpetta

297. Il leone capriccioso

Il leone capriccioso

era molto chiassoso.

Il padrone raffreddato

era tanto arrabbiato

e per questo il leone

fece un capriccione:

volle cibo più di un re

e lo tenne tutto per sé,

ma per sbaglio sparse l’aglio

su di un ventaglio.

Il lombrico Enrico

cosa aveva non ti dico.

Il leone capriccioso

gli sembrava clamoroso.

Sua figlia di nome Briglia

guardava una triglia

e da quel giorno il leone

divenne pasticcione.

296. Raccolta differenziata

Questa poesia è dedicata

alla raccolta differenziata,

che tutti ormai dovrebbero fare

per i rifiuti dalle città eliminare.

È nostro dovere riciclare,

perché i nostri figli un mondo pulito possano abitare.

A me non piace vivere in strade nei rifiuti immerse

e perciò tutti gli scarti della mia famiglia li butto in buste diverse.

Un’aria più pulita dobbiamo respirare

perché il nostro organismo non si deve ammalare.

Nel mio paese dall’anno prossimo differenziare obbligatorio diverrà

e la gente l’ambiente rispetterà.

Ogni persona dovrà cominciare

i propri rifiuti a selezionare.

Bisogna imparare

che la plastica sporca non si può con quella pulita buttare.

I tovagliolini usati

non vanno riciclati.

La lattina di Coca Cola

va lavata prima di essere riciclata.

Il cartone del latte va schiacciato,

prima di essere con la carta gettato.

Per migliorare il nostro habitat naturale

solo queste semplici regole dobbiamo rispettare.

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