Conosco un signore

di Monza o di Cosenza

che si vanta di dar retta

alla “voce della coscienza”.

 

Il guaio, con questo signore

di Busto o di Forlì,

è che alla sua “coscienza”

manca una piccola “i”.

 

Se lui ruba, lei lo loda.

Se lui fa il prepotente

lei gli manda un telegramma:

-Mi congratulo vivamente.

 

Lui infila più bugie

Che aghi su un pino?

lei subito applaude:

-Bravo, prendi un bacino.

 

E dovreste sentire

quel tale cosa dice:

-Sono in pace con la coscienza,

perciò sono felice!

 

Ho provato ad avvertirlo,

insomma a fargli capire

e una “coscienza” simile

è inutile starla a sentire.

 

Lui però mi ha risposto:

-Andiamo! Per una “i”!-

quel bravo signore

di Bari o Mondovì.